L’aeroporto della Grande Guerra
Spingersi nell’amena valle dell’Onte (dal nome del torrente che la percorre), significa anche fare due passi nella Storia.
Nell’adiacenza del nucleo abitato Val deła Vècia, durante la Grande Guerra fu per circa cinque mesi attivo un campo di aviazione militare, con una squadriglia di velivoli impegnati in missioni di caccia e ricognizione (il fronte del Pasubio e dell’Altipiano era a pochi chilometri). I primi aerei avevano cominciato ad alzarsi da terra appena una decina d’anni addietro e comprensibilmente l’insediamento aeronautico a Sovizzo ebbe un evidente impatto emotivo nella popolazione e i temerari piloti, tra l’altro autori di numerosi abbattimenti di aerei nemici e di varie incursioni armate anche in territorio austriaco, godevano di giustificata considerazione e ammirazione fra la gente. Uno degli ufficiali, il tenente piemontese Natale Palli (che poi avrebbe accompagnato Gabriele d’Annunzio nel suo volo su Vienna), notoriamente aveva a Sovizzo una storia amorosa con la direttrice dell’ufficio postale.
Il campo di aviazione, a seguito di ripetute e rovinose esondazioni dell’Onte, smobilitò nella primavera del 1918 e fu spostato nel vicino territorio di Castelgomberto. Nella Val deła Vècia esistono ancora segni che riconducono a quella vicenda, come le tracce dell’antico rifugio antiaereo. Negli anni ‘50 successe che nei pressi della vicina Peschiera dei Muzzi atterrasse in riva all’Onte un piccolo aereo da turismo. Incuriosito e allarmato intervenne il cav. Mario Picco, assessore comunale nonché titolare della vicina officina meccanica. Il pilota era un austriaco e spiegava che aveva fatto atterrare su quella spianata il suo monoposto in difficoltà e mostrava la pianta topografica che aveva in dotazione: era riportato il sito dell’antico campo di aviazione della Grande Guerra. Se voleste salire a Montemezzo, potreste godervi la vista di questa splendida vallata dall’alto. E magari vi capita di veder atterrare un Cessna…