
Il capitello del Gavasso
Vagabondando per Sovizzo, non possono sfuggire le molte tracce della religiosità popolare, testimoniata in particolare dai tanti capitelli disseminati nel territorio, spesso alla confluenza di strade o all’inizio di sentieri, quasi ad annunciare e augurare protezione all’occasionale viandante. Se ne contano almeno una trentina in buono stato di conservazione e la maggior parte è dedicata al culto della Vergine, come quello in località Vigo di Sotto, realizzato nel 1952 all’imbocco di Via Gavasso. Dietro la grata metallica e il cancello in vetro, custodisce la statua della Madonna di Monte Berico, nella consueta iconografia con i fedeli raccolti in preghiera sotto il suo manto azzurro, particolarmente cara a tutti i vicentini. Fu costruito dalla famiglia Roccoberton quale voto per una grazia che, ironia della sorte, non fu esaudita. Ma non mancano attestazioni di preghiere accolte, testimoniate da puntuali fiori freschi e piccole candele allineati sul bordo.
Poco distante dal Capitello, lungo la Via Gavasso che a piè del monte costeggia la valle e conduce a Valdimolino, troviamo sulla destra l’antica Fontana Vaccaro, datata 1425, un tempo preziosa risorsa pubblica per l’approvvigionamento idrico, punto di riferimento per le lavandaie e luogo di incontro sociale, poi caduto in disuso nel corso degli ultimi anni e lasciato in declino. Anche se il sito non è più praticato come una volta, la fontana comunque si presenta ora nella sua armonia originaria grazie al restauro curato nell’estate del 2009 dai volontari del locale Gruppo Alpini, i quali non persero l’occasione, completata l’opera,di festeggiare alla loro maniera il recupero della Fontana Vaccaro, manufatto semplice ed efficace nel suo equilibrio, frutto di sapienza e perizia popolare. E in giro per Sovizzo, come per i capitelli, non è difficile imbattersi in pozzi e sorgenti che un tempo erano le risorse per la famiglia, cristiani e bestie.