Tavernelle nella Storia
Distesa lungo l’antica Postumia, Tavernelle deve il suo nome alle numerose osterie e locande, le Tabernulae, che un tempo in questo punto nodale davano accoglienza ai viaggiatori in transito nella pianura padana. Tuttora la località è interessata da un intenso traffico commerciale, connesso a insediamenti industriali, allo snodo autostradale e ferroviario, senza dimenticare che per molti anni è stata anche stazione del treno locale che univa la Valle dell’Agno al capoluogo Vicenza. Il territorio di Tavernelle è suddiviso soprattutto tra i Comuni di Sovizzo e Altavilla Vicentina, ma alcune frange rientrano nella giurisdizione anche di Creazzo e di Montecchio Maggiore. La porzione dislocata nel territorio di Sovizzo ha avuto un particolare sviluppo residenziale a partire dalla seconda metà del 900, caratterizzato da insediamenti armoniosi ed equilibrati. La sua particolare collocazione nel territorio veneto ha registrato nel corso dei secoli il passaggio di popolazioni e lo scontro di eserciti, dai Romani ai vari Barbari, da Federico II alle truppe di Ezzelino, dai Visconti ai Veneziani, da Napoleone agli Austro-Ungarici. E dove un tempo sorgevano le note Tabernulae, si svilupparono fino ai giorni nostri punti di ristoro celebrati per alcune specialità locali, come per esempio il bacalà alla vicentina, al quale è dedicata la tradizionale sagra di Tavernelle in occasione della festa patronale (8 settembre). Il fatto che a Tavernelle si incrocino i confini di vari Comuni, lascia spazio ad una sorta di anarchia, spesso beatamente ostentata dai residenti. Per chiosare alla maniera di un vecchio abitante, che non c’è più, il quale rivendicava una sorta di autonomia culturale della contrada, Tavernelle si può definire una terra di nessuno, una marca di confine svincolata da obblighi di appartenenza nei confronti di chicchessia. Tavernelle non è un posto, non è né di qua, né di là: Tavernelle è una maniera di essere, e i tabernulensi ne sono i profeti.