Il Gavasso

Sovizzo nella storia

Le vicende del nostro territorio, per lungo tempo pertinenza di villaggio rurale, sono collegate alla storia di vicini centri di aggregazione come Vicenza.

Alcune peculiarità sono degne di nota, come il complesso archeologico situato tra Via degli Alpini e la parallela Via Tiepolo: una struttura in vetro custodisce un sito megalitico che risale all’età del rame (databile intorno al 3.400 a.C.), con tre tumuli funerari recanti i resti di due adulti e di un bimbo di circa tre anni e con percorsi presumibilmente rituali contrassegnati da pietre e ciottoli fluviali. Nondimeno sono documentate strutture dell’età romana, come una villa rustica il cui impianto fu rinvenuto negli anni ‘80 nella zona artigianale a oriente, probabile epicentro di una rete di insediamenti anche di rilevante entità.

Vi sono iscrizioni di epoca romana murate nelle chiese di San Daniele e Sovizzo Colle, tra cui una dedicata a Diana, forse proveniente da un originario luogo di culto della dea della caccia. E i Longobardi? Sulla confluenza delle valli dell’Onte e della Valdiezza tra il VI e VIII sec. erano evidentemente di casa, come testimoniano molti toponimi (uno per tutti: il ponte Balabardo sul rio Mezzaruolo alle pendici del Colle) e, soprattutto, il significativo numero di resti umani, armi e monili recuperati in più riprese da quella che è sicuramente stata una necropoli longobarda, con più di duecento sepolture. Non va a tal proposito dimenticato che l’attuale Biblioteca civica è situata sull’originaria sede di una chiesa dedicata all’arcangelo Michele, particolarmente venerato dai Longobardi.

Di certo non ci si annoiava a Sovizzo durante il medioevo, quando invasioni e scorrerie straniere (in primis degli Ungari) consigliarono la realizzazione di due castelli a Sovizzo Colle e a Montemezzo, quali rifugi per le popolazioni della pianura. Attorno al 1.240 li ha distrutti il famoso Ezzelino da Romano; più tardi al loro posto sono sorte due chiese attuali, ma le tracce delle fortificazioni e la toponomastica ne tramandano il ricordo. Il passaggio a Sovizzo dell’imperatore Carlo V d’Asburgo con il suo esercito è richiamato a Montemezzo da una iscrizione sullo stipite di un ingresso secondario del ristorante “Il Castello” (per l’appunto), che ne ricorda anche la data: 3 novembre 1532.