Il Colle

La chiesa di Sovizzo Colle

Ancora adesso la sommità di Sovizzo Colle è spesso chiamata Monte Castello: la chiesa era infatti ricompresa in una fortificazione eretta nel medioevo e distrutta nel XIII° secolo dal famigerato Ezzelino da Romano. Nella chiesa, che la tradizione vuole edificata su un antico tempio romano dedicato a Diana dea della caccia, si trovano piccoli tesori artistici risalenti al 1600, come il crocifisso dell’altare maggiore, collocato in sostituzione di una contemporanea pala del veneziano Carlo Loth, misteriosamente scomparsa alla fine dell’800. Ai lati dell’altare sono di estremo interesse le due sculture del Marinali che rappresentano la Vergine e la veggente a cui è apparsa nel 1426, donna Vincenza Pasini originaria di Sovizzo. Una raffinatezza adorna l’altare della Madonna del Rosario: quindici formelle in rame, dipinte da Francesco Maffei, che rappresentano i misteri del Rosario. Proprio la ricorrenza della Madonna del Rosario (prima domenica di ottobre) è la festa della Comunità di Sovizzo Colle, che alle solennità religiose affianca opportunità ricreative e gastronomiche, soprattutto con i tradizionali bìgoli co’ l’arna (pasta con sugo di anitra). Il ruolo di primo piano ricoperto dalla chiesa del Colle nel medioevo (quando era parte del Castello), si estende anche nei tempi recenti. La sua giurisdizione comprendeva anche la pianura, fino al 1924, quando fu istituita la parrocchia di Sovizzo Basso (al Piano) e, fino a pochi decenni fa, è stata anche sede di vicariato diocesano. A Sovizzo Alto tutti ricordano l’arciprete don Arturo Zambon, che nel secolo scorso guidò per oltre cinquant’anni la comunità, succedendo tra l’altro allo zio don Domenico Zambon. Poco avvezzo alle modernità e al lusso, fu un pastore ricco di umanità e fede, profondo conoscitore dell’animo umano che non mancava comunque di bonaria ironia. Non nascondeva un certo orgoglio campanilistico, come del resto ogni pecorella del suo devoto gregge, che amava intensamente, ricambiato di tutto cuore.