Arrivando a Sovizzo da Tavernelle all’ora del tramonto, se la stagione lo consente, è possibile assistere allo spettacolo del sole che va a coricarsi dietro i Castelli sulla sommità del colle della vicina Montecchio. Le due fortificazioni, distanti fra loro circa 300 metri, sono note come i Castelli di Giulietta e Romeo, suggerendo che non a Verona, bensì fra queste mura, dimora delle rivali famiglie dei Montecchi e dei Capuleti, abbia avuto luogo la famosa vicenda dei due giovani innamorati celebrata da Shakespeare. E’ assodato che nel comporre la sua nota tragedia il Bardo di Avon si sia ispirato ad una novella di Luigi da Porto, il quale dalla sua Montorso poteva godere della vista dei due castelli montecchiani e verosimilmente ne aveva tratto spunto per l’ambientazione della sua storia. Così, sostenuta anche dalla tradizione, si è radicata una leggenda che viene appoggiata con iniziative confacenti e di richiamo. Il castello della Bellaguardia, in posizione più elevata, conosciuto come quello di Giulietta, è dotato di accessori, decorazioni e arredi tipici di un maniero. Al suo interno è allestito un ristorante e sulla parete esterna a lato del portone d’ingresso spicca la finestra di Giulietta. Nel castello di Romeo, invece, opportunamente attrezzato, si tengono nella stagione estiva spettacoli teatrali e concerti. I due castelli, collocati su un’altura da cui è possibile agevolmente sorvegliare la valle, in realtà erano dei corpi di guardia e postazioni di avvistamento organizzati nel quattordicesimo secolo dagli Scaligeri veronesi (ghibellini sempre in guerra con i guelfi Carraresi di Padova), i quali vi allestirono una guarnigione armata adeguando l’antica roccaforte utilizzata da Romani e Longobardi. Il fascino delle fortificazioni, la magnificenza e il silenzio del posto, impreziosito da una chiesetta dedicata alla Vergine dagli Alpini reduci di Russia, è meta ideale per passeggiate distensive e incontri di innamorati, forse in cerca dello spirito di Giulietta.