La Cordellina

La Repubblica di San Daniele

Non pensatevi di sfiorare con una critica l’antica chiesetta di San Daniele, menzionata con l’annesso Convento dei Servi di Maria sin dal 1.400, ma sicuramente eretta in tempi più lontani, forse in epoca longobarda. E’ ricamata perfino sulle giubbe dei cantori dell’omonimo Coro maschile ed è un po’ il simbolo e l’anima della contrada, pardon, della Repubblica di San Daniele, dove per tutti è semplicemente la Cezéta. Non è presidiata, ma periodicamente vi si svolgono funzioni religiose, soprattutto in estate. Negli anni ‘90, quando si rese necessario un intervento conservativo e di restauro della struttura intaccata dal tempo, i contradaioli non ebbero esitazioni: una mobilitazione generale con iniziative di vario genere (sportive, culturali, folcloristiche, gastronomiche) realizzò una ragguardevole raccolta fondi che consentì l’esecuzione delle opere necessarie per la Cezéta. E’ abbastanza frequente che le ragazze di San Daniele scelgano per il loro matrimonio la spartana chiesetta, dedicata originariamente al profeta Daniele e successivamente alla Madonna del Carmine, la cui statua occupa ora l’altare. Proprio in occasione della ricorrenza del Carmelo, a San Daniele, nelle adiacenze della chiesetta si tiene ogni anno alla terza domenica di luglio (la Tèrsa de Lujo) l’antica sagra locale, nota anche come la Sagra dele Bronbe, ricordo di susini un tempo presenti in zona. Narrano che una volta, dopo la processione giunta fino al centro abitato di Sovizzo, nel riportare a San Daniele la statua della Vergine, gli spalloni locali si siano d’istinto ritrovati ad accelerare speditamente il passo verso casa, rallentando solamente alle prime case della contrada, dove la loro Madonna poteva ritenersi al sicuro.