Ma la storia parte da più lontano
Negli anni ‘90, la realizzazione della nuova zona residenziale a ridosso della località San Daniele subì una brusca frenata quando i primi scavi si imbatterono in quello che è stato poi catalogato come un sito archeologico di indubbio interesse. È un complesso funerario che risale all’età del rame, contemporaneo per intenderci di Oetzi, l’uomo del Similaun (intorno al 3000 avanti Cristo) e abbastanza singolare per la sua conformazione. Vi sono stati rinvenuti tre tumuli di pietre in cui sono stati rilevati i corpi di due giovani adulti e di un bimbo di circa due anni. Le sepolture sono ubicate all’estremità di un doppio corridoio delineato da pietre e ciottoli, un percorso di evidente riferimento rituale. Curiosamente l’area interessata è del tutto sterile. Dall’analisi generale, gli studiosi confermano la presenza in loco di nuclei socialmente organizzati di tipo parentale e l’utilizzazione agraria a carattere continuativo del terreno. E’ la testimonianza più antica di presenza sociale nel nostro territorio, ma è anche per importanza il secondo sito megalitico dell’Età del rame del Nord-Italia.